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Come lavoriamo

             Nel preparare l’esame orale del concorso notarile mi sono imbattuto in una frase che mi ha colpito profondamente rendendomi molto orgoglioso del ruolo del Notaio: “diveniva sempre più chiara l’importanza del codice civile del 1865 per il ruolo del notaio, e contemporaneamente l’importanza del ruolo del notaio per il buon funzionamento della società regolata da quel codice civile. Le maglie della rete costituita dall’intreccio del Codice e del notariato rappresentavano la base del tessuto della nuova società civile post-unitaria che prendeva forma e contenuti” (P. Boero – M. Ieva, “La legge notarile”, Milano 2014,  pg. 9). Il Notaio, quindi, in un momento molto delicato nella storia del nostro Paese svolse un ruolo importante nella formazione del tessuto sociale post-unitario: oggi i tempi e le esigenze della società sono diverse, ma quello del Notaio – se correttamente svolto - resta un ruolo fondamentale per l’ordinato svolgersi degli affari civili.

            Dopo molti anni a fianco dei Notai con cui ho avuto l’onore di collaborare mi sono convinto che il costante impegno del Notaio volto a comprendere le esigenze del Cliente, quelle reali di cui magari egli stesso neppure ha piena consapevolezza, sia la chiave per stabilire un rapporto tra Cliente e Notaio che sia davvero proficuo. “Conoscere il volere che colui che vuole non conosce: ecco il dramma del notaio” (S. Satta, “Poesia e verità nella vita del Notaio” in Vita Notarile 1955 pag. 548): queste parole dell’insigne giurista Salvatore Satta mi sembrano ben descrivere la difficoltà quotidiana del ruolo del Notaio.

            Tale impegno per essere efficace deve fondarsi sulla costante analisi dei dettagli che “colorano” in maniera unica ed irripetibile ogni vicenda familiare, lavorativa, societaria o imprenditoriale. L’attività di indagine della volontà delle parti (art. 47 Legge Notarile) è strettamente connaturata alla funzione del Notaio e da essa deriva è un’enorme responsabilità non solo giuridica per il Notaio perché “ciò che egli scrive, per il solo fatto che lo scrive, modifica il mondo. Lo modifica certo perché le parti voglio che si modifichi, e nulla per definizione egli deve fare al di là e al di fuori della volontà delle parti: ma in quanto riceve quella volontà, la traduce in atto, egli partecipa di essa, e si trova a disporre della realtà” (S. Satta, “Poesia e verità nella vita del Notaio” in Vita Notarile 1955 pag. 549).

            A mio avviso, l’instaurarsi di una vera relazione di fiducia tra il Notaio ed ogni Cliente è l’obiettivo cui dovrebbe puntare non solo il Cliente, ma anche il Notaio, al quale a volte viene chiesto di ricevere un atto mentre in altri casi il Cliente si rivolge al professionista per un consiglio, un parere, un suggerimento per una migliore e più prudente sistemazione dei propri interessi e dei suoi cari.

            L’aver svolto per oltre dodici anni la professione di Avvocato mi ha altresì portato inevitabilmente a maturare una specifica sensibilità verso la cd. “funzione antiprocessualistica” che molti riconoscono essere tra i compiti cui dovrebbe costantemente tendere il Notariato di stampo latino: la soluzione proposta ai Cliente per essere efficace deve poter superare indenne l’eventuale vaglio di un Giudice. Svolgere il compito del Notaio “indossando gli occhiali” dell’Avvocato può in certi casi rappresentare un valore aggiunto a beneficio del Cliente.

            E’ mia intima convinzione che impegno, fiducia, comprensione dei dettagli, unitamente a preparazione e costante aggiornamento, possano portare all’elaborazione di soluzioni e consigli giuridici realmente utili e personalizzate per ognuno dei Clienti, soluzioni e consigli che mi piacerebbe definire “artigianali” per l’attenzione e la cura di cui sono frutto.

            Tutto quanto sopra deve svolgersi nel rispetto di un’essenziale caratteristica della funzione notarile: l’imparzialità. Sempre riprendendo le parole del Satta si può capire l’importanza e l’origine dell’esigenza che il Notaio sia equidistante rispetto alle parti dell’atto. Egli infatti scrisse: “La verità è che solo comprendendo che l’atto del notaio, l’atto pubblico è essenzialmente giudizio si comprende cosa sia il notaio… La sua libertà è intrinseca all’ufficio che svolge, perché è un riflesso della volontà delle parti: il giudizio che si concreta nell’atto è indissociabile dalla libera volontà delle parti perché è la volontà stessa delle parti che diventa attraverso il notaio, giudizio” (S. Satta, “Poesia e verità nella vita del Notaio” in Vita Notarile 1955 pag. 547).